giovedì 16 luglio 2009

Il Giro di Sicilia sta per partire!

Ciao a tutti

Il giorno 3 Luglio è iniziato il trasferimento dei catamarani della Delegazione di Pomezia verso la Sicilia.

Aene 1 e Four Wendy sono partiti, dalla base nautica della Delegazione di Pomezia, alle 23,45 alla volta di Cetraro.
Durante la notte di venerdì, poco dopo la partenza, si è verificato un problema ad un motore (derivato dall'imperizia di chi ha curato la messa a punto!) che ha consigliato una sosta tecnica presso la base nautica della Sezione di Nettuno, dove nel week end, durante la stagione estiva, è disponibile un servizio di assistenza motori curato da un ottimo meccanico. Constatato che il problema non era risolvibile immediatamente è stato istallato il motore di rispetto (alloggiato in uno dei gavoni) mentre quello in avaria è stato affidato alle amorevoli cure del meccanico Manolo.
La navigazione è ripresa nella tarda mattinata di sabato ad una velocità di 5-6 nodi, mantenuta senza difficoltà fino al Circeo, dove il vento è rinforzato e i catamarani hanno potuto effettuare
una splendida corsa al traverso-lasco fino ad Ischia, con velocità tra i 10 e i 14 nodi.
Durante la navigazione è giunta la notizia che, contrariamente alle informazioni ricevute precedentemente, non sarebbe stato possibile entrare nel porto di Cetraro, ancora chiuso per lavori e mancante di collaudo; dopo un giro di telefonate alle sezioni di Acciaroli e Agropoli, il Presidente della Sezione di Agropoli, riusciva a trovare una sistemazione per i catamarani presso la sua base nautica.
La navigazione notturna scorreva tranquilla, con poco vento e un pò di motore, fin quasi a l'alba quando, a poche miglia da Agropoli, anche un'altro dei motori accusava dei problemi (banale questa volta: era entrata acqua nel carburatore a causa del rubinetto del carburante lasciato aperto con il serbatoio interno vuoto, lo stesso problema che ci ha tormentato due anni fa durante il progetto Aene, nella fretta della partenza nessuno aveva controllato!), i catamarani entravano comunque, alle 11 di domenica 5, nel porto di Agropoli, dopo poco meno di 35 ore dalla partenza (di cui quasi 5 di sosta a Nettuno).

Dopo aver rigovernato le imbarcazioni e dopo una "sosta tecnica" presso il ristorante Borrelli di Agropoli (da consigliare: è elegante, si mangia molto bene ed a prezzi contenuti, inoltre il proprietario è così gentile da aver trasportato alcuni di noi e tutti i bagagli, in auto, fino alla stazione ferroviaria).

Il prossimo week end, trasferimento da Agropoli a Milazzo!

Buon vento a tutti!

Giro di Sicilia 2009 - Siamo pronti per la partenza!

I catamarani della Delegazione di Pomezia sono salpati dal porto di Agropoli, alle 5,30 del 11/7 alla volta di Milazzo. Le condizioni di vento debole e onda formata, che facevano prevedere un abbondante utilizzo dei motori, consigliavano, dopo poco, una breve sosta ad Acciaroli per completare le scorte di carburante. Riempiti i serbatoi di benzina ....... e gli stomaci di caffè e sfogliatelle ..... si riprendeva il mare verso le 10. La navigazione si svolgeva tranquilla e i motori, dopo i problemi della tappa precedente, funzionavano regolarmente. Nel tardo pomeriggio il vento finalmente rinforzava da nord est, si poteva quindi spegnere i motori ed aprire i gennaker, i catamarani potevano così cominciare a correre, alla velocità di 8-11 nodi, pur con qualche problema derivato da una fastidiosa onda alta e quasi al traverso.

Al tramonto, in avvicinamento a Stromboli, l'onda diventava piuttosto corta ed incrociata e c'erano frequenti rotazioni del vento ed alcune nuvole in arrivo con qualche goccia di pioggia, venivano quindi rollati i gennaker e, poco dopo, con il vento in calo, accesi anche i motori.
Durante la notte si passava vicino a Stromboli e, mentre le nuvole si allontanavano e il mare si spianava, gli equipaggi potevano contemplare la splendida visione del cratere e della sciara di fuoco, le barche venivano anche circondate e scortate, per un pò, da un branco di delfini che effettuavano numerosi salti a brevissima distanza.
Il resto della navigazione procedeva tranquilla e alle 6,30 del 12/7. dopo oltre 130 miglia di navigazione, si poteva entrare finalmente nel porto di Milazzo, dove, dopo essere stati rigovernati, i catamarani venivano ancorati davanti alla base nautica della Sezione di Milazzo in attesa dell'inizio del Giro di Sicilia.
Un grande ringraziamento va al socio della Sezione di Milazzo Antonio Trifirò, alle cui amorevoli cure i catamarani sono stati affidati, che ci ha indicato la zona d'ancoraggio, aiutato nello sbarco ed accompagnato alla stazione ferroviaria.
Un altrettanto grande ringraziamento all'amico e Presidente della Sezione, che pur se assente, ha diretto, addirittura dall'estero, tutte le operazioni.

Un avviso per tutti coloro che fossero interessati a partecipare: i posti disponibili per la seconda tratta, da Palermo a Trapani, dal 28/7 al 2/8, sono, a partire da oggi, esauriti.

Buon vento a tutti!

domenica 8 marzo 2009

Riparazione sedute 4.70

Cari 4.70isti (ma vale per molte altre derive), chi di voi ha una barca con i suoi anni alle spalle saprà che arriva il momento in cui le sedute non hanno più quella rigidezza d'una volta... E' perchè le costolature interne che evitano alla superficie di vetroresina di flettersi, si sono distaccate, parzialmente o totalmente. Magari sarà capitato al timoniere di sedersi e sentire uno spiacevole SCKRAK! sotto le chiappe. E' successo, ma niente di grave. se la superficie non si è spaccata si può riparare tutto facilmente (sembra) e in tutta eleganza. Qui riporterò le informazioni che mi sono state date al proposito e completate dalla mia esperienza pratica di riparazione. Considerate almeno 10 giornate di lavoro impegnativo. Necessario: 4 tappi di ispezione (2 con foro da 21 cm e 2 con foro da 16 cm) 3 kg di resina poliestere, 3 metri di fibra di vetro matt e tessuto incrociato. Acetone, un tubo di sigillante, Carta abrasiva da 60. pennelli da pochi soldi. occhiali, mascherina e, se non volete riempirvi di polvere di vetroresina, la tuta completa. Attrezzi_ seghetto alternativo con lama da metallo, trapano elettrico.
Come procedere. Dopo aver girato la barca su dei cavalletti abbastanza alti da poterci lavorare comodamente, e averla assicurata per non farla volare giù alla prima raffica di vento forte..) potete procedere al lavoro. Aperti i tappi di ispezione esistenti verificate lo stato delle costolature verticali vicino ai tappi, se sono quasi staccate, strappatele via totalmente, così da lavorare meglio. Sul mio datato Nautivela ce ne sono due ai lati del foro, sotto a dove siede il prodiere per capirci. Ma quello più importante è a poppavia, a circa 40 cm dal trasto randa.
Per osservare dentro potete usare uno specchio o una macchina fotografica digitale. Con un metro trovate la distanza dal foro di prua della costola e calcolate dove farete il foro di ispezione per accedere alla costola di poppa, appena a prua di quella, circa 10 cm. (sono circa 95 cm dal bordo del foro di prua).Con una sagoma di cartone che riproduce il diametro del foro da praticare (quello per il tappo più grande per capirci) segnate con un pennarello la giusta posizione del foro da praticare sulla seduta facendo attenzione che non sia ne troppo vicino al fondo ne troppo lontano perchè la seduta lì va a curvarsi. Dopo un paio di buchi col trapano potrete inserire la lama del seghetto e proseguire sul segno di pennarello fino ad ultimare il foro con un solo taglio circolare. Con la stessa tecnica potete allargare i fori dei tappi a prua se sono troppo piccoli.
A questo punto inizierete a scartavetrare l'interno delle sedute dove poi andranno consolidate con la resina. Tutto il lavoro è reso ancona meno agevole (ancora??!) dalla presenza all'interno, dei galleggianti per la riserva di galleggiamento, che possono essere leggermente spostati ma non rimossi. Per togliere la polvere si userà una spugna poco inumidita d'acqua. Successivamente una passata con uno straccio imbevuto d'acetone, eliminerà ulteriore grasso o sporcizia che potrebbe pregiudicare l'adesione della resina. Finito questo lavoro su tutte le parti da trattare, ed è sempre meglio esagerare che lasciare parti sporche, arrivando fin dove la lunghezza delle braccia permette, si passerà al consolidamento.
Si tratta di stendere almeno due strati di fibra sulle sedute, inglobando le costole, in modo da scaricare il peso dell'equipaggio seduto. Sulla modalità di preparazione e applicazione della vetroresina vi rimando alle molte guide sull'argomento.
Il problema fondamentale di cui tenere conto è la posizione scomoda in cui si lavora e il fatto che bisogna far aderire la VTR su una superficie non orizzontale. Io mi sono trovato meglio spennellando la superficie su cui bisogna applicare la pezza (max 20x30 cm) e posando la pezza asciutta con un guanto in lattice nuovo e pulito. In questo modo c'è più probabilità (ma non certezza) che la pezza si attacchi alla barca piuttosto che alla mano, poi con un pennello imbevuto di resina, si va a picchettare la pezza imbevendola e facendola aderire alla superficie da rinforzare. L'aspetto atroce è che spesso si lavora senza vedere e potendo usare una sola mano.
Quindi a volte con la pezza successiva si va a togliere quella applicata in precedenza e ancora fresca. Per questo è meglio mettere massimo 2-3 pezze per volta per ogni foro di ispezione.
Nel mio caso , come si può vedere nella foto N.2, si era anche staccato un rinforzo interno longitudinale, di legno, che collega il trasto randa al bordo esterno dello scafo. Con resina e tessuto ho dovuto risaldarlo nella sua posizione corretta.
La mia barca presentava anche delle spaccature dove la scassa della deriva incontra internamente lo scafo. Lì ho dovuto rimuovere lo strato di gelcoat con frullino (con lama a plettri abrasivi) e carta vertata , per poi rinforzare con veri strati di tessuto di VTR. Difatti la resina sul gelcoat regge molto poco, dopo pochi mesi si distacca.
Tanto per non finire troppo in fretta, ho aperto il gavone di prua e ho scoperto che anche li le costolature si erano rovinate, così le ho inglobate in uno strato di matt e resina. Il bottiglione fa da peso per mantenere la costola flessa fintanto che la VTR solidifica.
Insomma con un 150 euri, e 10 giorni di inferno la vostra barca può tornare al vigore di una volta... in culo alla balena.